Odino dimora ad Ásgarðr, nel palazzo di Válaskjálf innalzato da lui stesso, dove, seduto sul trono Hliðskjálf, osserva ciò che accade in ciascuno dei Nove Mondi. In battaglia brandisce Gungnir, la sua lancia e cavalca Sleipnir, il suo destriero a otto zampe, nato da una portentosa unione tra il dio Loki (momentaneamente trasformato in giumenta) e il cavallo Svaðilfœri.
Figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello di Víli e Vé[2], marito di Frigg e padre di molti degli dèi, tra cui Thor, Baldr, Víðarr e Váli. Spesso viene inoltre definito "padre di tutti gli dèi", o addirittura Allföðr ("padre del tutto").
Come dio guerriero raduna gli eroi morti in battaglia nel Valhalla, gli einherjar, presiedendo al loro banchetto. Infine Odino guiderà gli dèi e gli uomini contro le forze del caos nell'ultima battaglia, quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, nel quale il dio sarà ucciso, inghiottito dal temibile lupo Fenrir, per essere immediatamente vendicato da Víðarr che ne lacererà le fauci dopo avergli piantato un piede nella gola.
Un importante tempio di Odino sorgeva ad Uppsala, in Svezia.
Yggdrasill [ˈygˌdrasilː], nella mitologia norrena, è l'albero cosmico, l'albero del mondo.
I nove mondi sono sorretti dal frassino Yggdrasill, alto tronco lambito da limpide acque.Yggdrasill è il più imponente e il migliore degli alberi. I suoi rami si stendono su tutto il mondo e coprono il cielo. Da essi cadono sulla terra, come gocce di rugiada, stille di miele di cui si nutrono le api. Tre radici reggono l'albero e si diramano estendendosi in tre diverse direzioni.
La prima radice si cala negli abissi più profondi; alcuni dicono arrivi in Helheimr, il regno dei morti, altri che si allunghi invece in Niflheimr, da cui giungerebbe infine alla fonte di Hvergelmir,. Sotto questa radice si trova il serpente Niðhöggr e insieme a lui vi sono così tanti serpenti che nessuna lingua può contarli.
La seconda radice si spinge invece verso Jötunheimr, la terra dove abitano i giganti, e arriva alla fonte di Mìmisbrunnr. Qui stanno celate sapienza e conoscenza e colui che possiede il pozzo si chiama Mímir,. Egli è pieno di saggezza poiché attinge alla sorgente con il corno Gjallarhorn. A quella fonte si recò Óðinn e chiese di bere un sorso d'acqua tratta dal pozzo, ma dovette lasciare in pegno il suo occhio.
La terza radice va verso il Miðgarðr, il mondo affidato agli esseri umani, e giunge alla sacra fonte di Urðarbrunnr, nel luogo dove gli Æsir tengono consiglio ogni giorno. Sotto il frassino, davanti a quella fonte, c'è una magnifica dimora e in essa vivono le Nornir, le tre fanciulle che stabiliscono il destino degli uomini: esse hanno nome Urðr, Verðandi e skulld . In quella fonte, inoltre, vivono due cigni: da essi è venuta tutta la razza di questi uccelli.
Le Valkyrie erano altre figure divine femminili importanti, poichè sceglievano i valorosi guerrieri dai campi di battaglia e li conducevano con loro nel Valhalla dopo la loro morte. Si presentavano sul campo di battaglia armate di tutto punto, bellissime e austere, su cavalli bianchi o neri che emanavano fuoco dalle narici. Solo a chi era destinato a morire in guerra le poteva vedere, mentre partecipavano furiose alla carica dei guerrieri. Erano figlie di Odino, e il loro numero varia a seconda delle fonti, ma solitamente sono o 7 o 9. Nel Valhalla si occupavano di servire ai valorosi eroi l'idromele divino e la carne del maiale Særimnir, che si rigenerava ogni giorno. Erano ritenute divinità a tutti gli effetti, anche se nelle opere letterarie si confondono con le mortali donne guerriere delle leggende. La parola "valkyiria" deriva dal nordico, che significa "colei che sceglie i caduti". E' etimologicamente collegata con la parola Valhall, ossia "sala dei caduti".
le Rune (segreto,sussurro)
Ogni Runa possiede un profondo significato che può venire usato sia per interpretare le influenze in atto, esterne ed interne a noi, che per invocare un potere della natura o sintonizzarsi ad esso.
Nelle culture popolari le rune sono sempre state viste come detentrici di mistiche proprietà e perfino la supposta etimologia della parola runa dal germanico "raunen" che significa "sussurrare", lega al mistero e al segreto questi simboli.
Le Rune, che vengono diffusamente chiamate Rune Celtiche, sono i caratteri di antichi alfabeti nordici, per cui è appropiato chiamarle Rune Nordiche anche se poi si sono evolute attraverso la spiritualità celtica (vedi più sotto il "percorso sciamanico").
L'alfabeto runico attualmente più usato nella nosta cultura è noto come Futhark, nome derivato dalle prime sei lettere (f, u, th, a, r, k ), ed è composto da 24 lettere (l'ordine è diverso dal nostro alfabeto). Le 24 rune vengono tradizionalmente suddivise in tre serie o famiglie dette Aett (plurale Aettir), di 8 rune ciascuna che prendono il nome sia dalla prima lettera che dalla divinità che la presiede.
Poichè le rune danno accesso al subconscio umano e sono simboli per sondare i misteri dell'universo, possono venire utilizzate per Divinazione, Magia, Protezione, Guarigione, Meditazione.
Con una conoscenza e uno studio approfondito del suono delle rune in norreno (nordico antico) si possono esprimere, ad esempio, potenti invocazioni ed evocare Spiriti e forze della natura.
E, reciprocamente, le vibrazioni delle pietre, possono rafforzare il simbolismo della runa o favorire la lettura mantica nella direzione più consona al carattere della pietra usata.
YULE: La notte del solstizio invernale (21 Dicembre) è la notte più lunga dell'anno. L'oscurità trionfa, e già prepara il cammino e si trasforma in luce. Il respiro della natura è sospeso. Tutto aspetta nel calderone, Il Re Oscuro si trasforma nella luce infante. Aspettiamo l'alba non lontana, quando la Grande Madre da vita al Sole Bambino, che porta con se speranza e la promessa dell'estate. Chiamiamo il Sole dal grembo della notte. La nostra Donna Benedetta lo porta nel suo giovane grembo, grembo che ha dato la vita a tutte le cose. La Donna gira la ruota ancora una volta. Poichè è una festa solare, è celebrata col fuoco e il nome di Yule. E' il tempo in cui lasciar andar via le nostre paure,i nostri dubbi,le idee logore e i progetti finiti - qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita. E'' il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce. Yule è celebrato attraverso il fuoco e l'uso di un ceppo. Un pezzo del ceppo è salvato e tenuto durante l'anno per proteggere la casa. Questa antica tradizione di matrice inglese era fatta con un ceppo di Quercia che era tagliato, decorato con aghi di pino e pigne e quindi bruciato nel caminetto per simbolizzare il sole che ritorna. Un tipo diverso di ceppo di Yule, sicuramente più utile per i praticanti moderni, è quello che viene usato adesso e che ha la base per tre candele. Trovate un ramo piccolo di quercia o pino, fate tre fori per tenere tre candele: rossa, verde e bianca (stagionale), verde oro nera (il dio sole) o bianca, rossa e nera (la Grande Dea). Decoratelo con del verde (io preferisco l'edera e il vischio), boccioli di rosa, chiodi di garofano, usate della farina per mimare la neve. Questo ceppo può essere bruciato dopo Yule o conservato per l'anno seguente. Fate attenzione che qualsiasi ceppo prendiate non sia preso da un albero vivo e che il permesso sia stato chiesto e sia stato ricompensato con un'offerta.
2 commenti:
Bello il tuo blog, complimenti!
molto interessante
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